Officina del Silenzio
Cambiare o non cambiare? Se la situazione personale richiede continuità e stabilità, cambiare tanto per cambiare non avrà senso, se invece le condizioni di vita parlano di ristagno e strascico “non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose” come scriveva Albert Einstein.
Con l’Officina del Silenzio ci rivolgiamo a chi non vuole più sentirsi in fondo alla lista d’attesa oppure a chi è già pronto a cogliere l’onda del cambiamento.
Perché OFFICINA DEL SILENZIO? Perché entrare nel tempio del silenzio è un’esperienza da fare almeno una volta nella vita. L’Officina del Silenzio è un’esperienza in cui l’ordinario tace e parla lo straordinario: il bosco, la montagna, la terra, il fiume, il vento. L’aprirsi ad un ascolto senza pre-giudizi, spostare l’attenzione dal chiacchiericcio della mente, lasciando al di là della soglia la parte razionale e calcolatrice che giudica e separa. Sarà così più facile riconoscere dentro di noi i movimenti e le forze che osserveremo nel mondo naturale. Ciò che è fuori è immagine di quello che è dentro.
Attraverso il silenzio entriamo in uno spazio e tempo sacro in cui abitare, in cui ci diamo il tempo per sentire ed esplorare un nuovo mondo in un nuovo modo. In questo lavoro la Natura è nostra alleata, il nostro Sè profondo, il portale per l’ascolto dell’invisibile, dell’anima. Nel silenzio dello spazio sacro è più facile ascoltarla, cogliere i suoi segnali, le immagini con cui ci parla.
Entriamo quindi profondamente in noi per riprendere il nostro vero potere che risiede nella saggezza della nostra natura, nell’accogliere, nel comprendere, nel non reagire. Affiniamo la percezione senza giudicare nulla, accogliendo tutto ciò che accade in uno spazio protetto. Entriamo nella frequenza del cuore che nel SILENZIO inizierà a parlare.
Entrare nella dimensione del Silenzio, anche solo per 48 ore, è fare il primo passo evocando il cambiamento, spostarsi nel regno dell’ignoto, del mistero, dell’invisibile e “vedere” cosa accade. Un’esposizione così lunga all’assenza di parola e di comunicazione ci spinge fuori dalla nostra zona di comfort. Non abbiamo i riferimenti abituali, dobbiamo navigare a vista e affidarci, ascoltando ciò che abbiamo dentro.
È da questa soglia, fra noto e ignoto, fra visibile e invisibile, che ha inizio il processo di guarigione individuale e personale. Questo semplice cambiamento nel nostro sistema di abitudini fa emergere nuove visioni, nuove possibilità, nuove alleanze dentro di noi. Ed è qui che iniziamo a darci un’altra opportunità. Perché il processo di guarigione è proprio questo: quando ognuno riesce a concepire per sé stesso a vari livelli un’altra possibilità. Un modo diverso e quindi un mondo diverso…
Come nasce l'idea
Due anime appassionate si incontrano e si guardano negli occhi. “Ti riconosco. Tu sei un’altra Me”. Insieme scoprono di potere giocare, danzare e creare meglio di quanto possano fare da sole. Da lì ha inizio tutto.
L’officina del silenzio ha radici nell’amore per la ricerca. Ricerca di chi siamo, come funziona la vita, quale sia l’obbiettivo di un’esistenza, tutte domande che l’umanità da sempre si pone e da sempre cerca di rispondervi. Spesso siamo insoddisfatti, la nostra vita va avanti ma manca qualcosa, oppure ci sentiamo come degli alieni, stranieri in terra straniera, abituati da sempre a rispondere alle aspettative che l’ambiente in cui viviamo ha su di noi. La necessità di sentirsi parte di qualcosa, per sentirci amati, protetti ci allontana da chi siamo veramente, dal nostro Sé autentico e allora ad un certo punto ci sentiamo persi, estranei quasi a noi stessi.
Da qui, la necessità di comprendere, di dare altre risposte a queste grandi domande, da qui l’inizio del nostro viaggio…